Storia: Il mosaico della misericodia

Un grande “mosaico” nella chiesa di Marina

Nei primi giorni di Dicembre del 2016, la Comunità Parrocchiale di Marina di Montemarciano ha visto arricchire la propria Chiesa Parrocchiale di un’opera d’arte di grande valore. Sono infatti ben visibili, anche ad un osservatore piuttosto distratto, i 100 e più metri quadrati di parete mosaicata situati nell’abside e nella cappella laterale del Sacramento. La realizzazione di questa opera ha una storia piuttosto lunga.

Era infatti desiderio dell’allora parroco don Franco Marinelli, completare, con un abbellimento artistico, l’ampliamento della Chiesa parrocchiale realizzato nel 1999. L’intento era offrire ai fedeli una catechesi permanente, un’opera che presentasse episodi biblici con lo scopo di suscitare la preghiera, la contemplazione, la curiosità di conoscere la Scrittura. Il suo desiderio ha trovato la concretezza quando l’attuale parroco don Giuliano Zingaretti ha avuto la disponibilità di una somma di denaro con questa specifica destinazione.

Per il lavoro si è  scelto il gesuita Marko Ivan Rupnik e il suo Atelier artistico del Centro Aletti di Roma da lui guidato. L’autore, che ha realizzato già mosaici in tutto il mondo (Fatima, Lourdes, San Giovanni Rotondo ecc …) ha saputo unire, insieme ai suoi 23 collaboratori, che per 9 giorni hanno lavorato al mosaico, profondità spirituale e grande capacità artistica.

Inoltre visto il Giubileo straordinario appena trascorso, è apparso opportuno scegliere come tema quello della Misericordia. Per questo è possibile veder narrata la storia dei patriarchi della fede e la parabola del Padre misericordioso, accomunati dal filo rosso della misericordia di Dio che viene a salvare l’uomo nel suo peccato, come è ben evidenziato nell’immagine centrale. Entrando in Chiesa, sul lato sinistro invece vediamo uno “scorcio” della Gerusalemme Celeste” con il fine di indicare la meta del nostro pellegrinare terreno ed educare la comunità ad avere uno sguardo che superi l’individualismo moderno e ci aiuti a pensarci come Chiesa, come popolo di Dio.

Certo è che la realizzazione di questo mosaico sta risuonando nella vita comunitaria in molti modi, a partire dalle relazioni crescenti con gli appassionati del genere artistico (diverse persone vengono da lontano a visitarlo), dalle richieste di gruppi parrocchiali e dalle diverse risonanze commosse della nostra gente più semplice.

Noi stiamo facendo un’esperienza veramente particolare: quando ci si trova di fronte ad una “vera opera d’arte” è possibile alzare lo sguardo verso l’Alto, uscire da noi stessi per contemplare qualcosa di bello che non ha un’utilità concreta e che proprio per questo, in una società materialista ed efficientista, ci ricorda che il mondo di quaggiù non è sufficiente ad appagare i nostri desideri, a riempire il nostro animo, a saziare la sete di Bello che abbiamo.

Un fedele entrando in chiesa si trova di fronte a delle immagini straordinarie che gli rivelano contemporaneamente sia ciò che racconta la bibbia, sia la propria storia, sia la presenza di Dio. Questa esperienza è talmente straordinaria che è frequente vedere chi, dopo essere stato una prima volta in chiesa, ritorna accompagnando qualcun altro a vedere il mosaico.