Santa Maria della Neve

Origine del Titolo “Santa Maria della Neve” dato a Maria

A Bartolomeo da Trento, un frate vissuto nella prima metà del XIII secolo, dobbiamo il racconto sulle origini della basilica di S. Maria Maggiore. Secondo la leggenda tramandata, nell’anno 352 d.C., ma si fa anche la data del 358, viveva a Roma un certo Giovanni, gentiluomo ricchissimo che non sapeva come spendere tutto il proprio denaro. Non aveva figli, voleva fare opere pie, ma non sapeva quale scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, ma c’è chi dice fra il 3 e il 4 o fra il 5 e il 6, gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana. Ma il bello è che la Madonna, la stessa notte apparve anche a papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell’alba in cima all’Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. Intanto, la notizia della nevicata estemporanea si era diffusa in tutta Roma e il papa e Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine si incontrarono: la cima del colle era effettivamente imbiancata da un sottile strato di neve. Con un bastone il papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese. Nasceva la basilica della Madonna della Neve. Ma c’è chi dice che Giovanni si recò dal papa per raccontargli il sogno e che ebbe la sorpresa di apprendere che anche lui aveva avuto la medesima visione, insieme al popolo si recarono sull’Esquilino e la nuova versione confluisce nella precedente.

Qui finisce la leggenda, perché di leggenda si tratta, ma tutti gli anni il 5 agosto, si ricorda il miracoloso episodio con una pioggia di fiori bianchi che dalla cupola della cappella Paolina vengono fatti cadere all’interno della basilica a simboleggiare la nevicata. Se veramente questo è accaduto, potrebbe essersi trattato di una fitta grandinata di chicchi piccoli, cosa tutt’altro che improbabile in estate.

Ma la storia della costruzione della basilica e dell’attribuzione del nome è assai complessa e affonda in un mare di dubbi e ipotesi suffragate da fatti slegati. Per l’attribuzione del nome da notizie certe su papa Liberio, apprendiamo che aveva la “fissazione ” della verginità, chiaramente enunciata nel discorso che fece quando Marcellina, sorella di S. Ambrogio, prese il velo (anche se fu Ambrogio a scriverne buona parte), che aveva dovuto capitolare all’imperatore Costanzo aderendo alla scomunica del vescovo Atanasio d’Alessandria. Niente di più verosimile che abbia voluto lasciare traccia di sé costruendo una basilica dedicata alla maternità divina della Madonna, vergine e senza peccato originale, perciò bianca come la neve.

 

Da altra fonte

Un po’ di storia

Secondo la leggenda la Vergine apparve in sogno a Papa Liberio e ad un personaggio di rango elevato, il patrizio Giovanni, invitandoli a costruire una Chiesa sul luogo dove sarebbe caduta la neve, pur essendo piena estate. Infatti fu il Papa Liberio che nel 357 volle l’edificazione del tempio nel punto indicatogli dalla visione e dalla miracolosa nevicata estiva anche se la costruzione vera e propria risale al 423, al pontificato retto da Sisto III. E questo Papa volle un tempio per commemorare il dogma di Maria, Madre di Dio, proclamata dal Concilio di Efeso per combattere l’eresia di Nestorio e sancire  la divina maternità di Maria. Così “S.Maria della Neve” o  Basilica Liberiana” quale a noi oggi appare è il risultato di numerosi interventi. Dopo l’originaria costruzione di Liberio seguì quella di Sisto III, poi le ristrutturazioni ed i restauri commissionati da Gregorio XIII nel 1572, Clemente X nel 1670 e Benedetto XIV nel 1740.

 

Origine del quadro intitolato a “Santa Maria della Neve” della nostra Chiesa

Questa immagine proviene sicuramente dalla tradizione della congregazione dei PP. Passionisti, col nome di “Mater Sanctae Spei”. Dipinta ad olio su tela cm.55×65, copia ispirata all’ immagine venerate dai PP. Passionisti, usi a portare questa icona di Maria nelle loro missioni. Secondo una tradizione popolare, forse all’inizio del 1900 o forse prima, questo quadro avuto in prestito da una chiesa vicina per una processione in onore della Madonna qui a Marina di Montemarciano, poi non è stato più riconsegnato, pagato forse con una cofana (cesta) di pesce. Rimasto nella chiesa di Marina, divenne l’immagine ufficiale venerata in questa chiesa.

   La tela stata ripulita e restaurata nel 1999 dalla scuola di restauro di Ostra.

Le notizie storiche riguardanti le origini di questa immagine ci portano al 1750, quando un pio cristiano, fece dipingere un quadro di Maria con il bambino, (divenuto poi l’originale presso i PP. Passionisti), a seguito delle SS. Missioni predicate dal P. Tommaso del Costato di Gesù (poi Mons. Struzzieri, Vescovo di Todi e primo Vescovo della congregazione Passionista) e donò questo quadro al suddetto P. Tommaso, che lo portò sempre con sé nelle sue SS. Missioni. Sin dal principio questa immagine ebbe il titolo di “Mater Sanctae Spei”. Va ricordato che il P. Tommaso era originario di Senigallia; nel duomo di Senigallia si venera sin dall’inizio del 1500 un quadro detto la “Madonna del Duomo”, il cui vero titolo è “Nostra Signora della Speranza”, è molto probabile che il P. Tommaso prese da questa sua conoscenza questo titolo per il quadro a lui caro. Va anche ricordato che un quadro molto simile è venerato nella chiesa parrocchiale di Scapezzano di Senigallia, molto probabilmente portato  li da un P. Passionista nel secolo scorso, forse a ricordo di una solenne processione dei Scapezzanesi nel 1741 a causa di un terremoto, alla Madonna della Speranza del Duomo di Senigallia. Tutto questo fa pensare che l’immagine e il titolo datole, possono essere nati nella nostra diocesi. Chissà??

Ritornando a PP. Passionisti, è certo che hanno molto a cuore quest’immagine e che l’uso di portarla sempre nelle loro SS. Missioni, fece si che delle copie rimasero in qualche luogo per devozione. È anche molto antico l’uso dei PP. Passionisti di decorare ogni stanza abitabile dei loro ritiri con questa immagine. L’originale di questo quadro si trova ora nella casa dei PP. Passionisti  non sappiamo se a S. Angelo in Pontano (MC), o a San Gabriele (TE).